“Peer Gynt” di Henrik Ibsen
Peer Gynt è un giovanotto spaccone che passa da una avventura all’altra. Egli non si cura delle virtù quotidiane e dei semplici doni della vita e segue solo l’imperativo “sii te stesso”. Questa ambigua ispirazione, tutta racchiusa nell’esaltazione personale del proprio io, lo porta a vivere in un mondo dove la fantasia e la realtà finiscono per confondersi, tanto che Peer non fa altro che illudere, per molti anni, sé stesso e gli altri. Solo la madre Aase, figura dominante della sua vita, riesce a seguirlo nel suo mondo fantasioso.
Gli episodi salienti del dramma, scandito nei tre stadi della vita del protagonista (giovinezza, maturità e vecchiaia), tracciano un quadro simbolico dell’esistenza di Peer e, insieme, lo schema delle sue successive crisi di identità: Peer che, adulto, gioca con la madre come un bambino; Peer che rapisce una ragazza (Ingrid) alla vigilia delle nozze per poi subito abbandonarla; Peer che fugge dal villaggio natìo e si imbatte nella figlia del vecchio di Dovre, re dei Trolls, gli spiriti delle foreste. Crisi di identità via via sempre più pericolose se proprio fra i Troll Peer rischia di rimanere per sempre, trasformato in spirito dei boschi. La principessa si innamora, infatti, di lui, gli offre potere, onori e ricchezze, a condizione che accetti di divenire un Troll. Peer è tentato, ma ci ripensa e fugge per miracolo dal regno incantato per tornare dal suo solo amore, la madre, che però presto muore fra le sue braccia. Inconsolabile, Peer inizia a vagabondare per tutta la terra, rifiutando anche l’amore sincero della dolce Solvejg. I suoi viaggi lo portano nei paesi più lontani, mentre egli si cimenta nelle più diverse esperienze, incontrando via vai strani personaggi. Giunto alla fine della sua vita Peer Gynt ritorna in patria, ma è ormai consapevole di avere vissuto da Troll, non da essere umano: non è mai riuscito a liberarsi dalla tirannia del proprio io e ha vissuto ignorando una parte di sé stesso senza cercare di conciliare in una tutto le opposte forze presenti nel suo animo: l’ io non è che una cipolla; tolte le coltri sovrapposte non resta che il nulla. Ma anche Peer ha, inaspettatamente, un ultimo rifugio, la dolce Solvejg, che ormai vecchia, lo ama ancora e lo ha sempre atteso, fedele.

La musica:
Ibsen chiese a Edvard Grieg di comporre le musiche di scena per il suo dramma. Dal momento che allestire i lavori più lunghi di Ibsen, come appunto Peer Gynt, è estremamente difficile e considerato il successo delle musiche di scena di Grieg, la partitura musicale cominciò a vivere indipendentemente dal dramma. Tanto più che oltre dieci anni più tardi, dalla partitura teatrale (op. 23) Grieg decise di ricavare due suite sinfoniche di quattro episodi ciascuna (Op. 46 e 55), che diventarono le sue composizioni più popolari. Solo la prima delle due delle canzoni di Solveig fu inserita nelle suite, affidandone la melodia ai violini.
Lo stesso Grieg realizzò una riduzione pianistica delle due suite. La canzone di Solveig fu inserita anche nei pezzi per pianoforte op. 52, una raccolta di trascrizioni di lieder. Il suo incipit ha però un'origine più lontana, in quanto proviene dalla canzone popolare norvegese Jeg lagde mig så silde, che lo stesso Grieg trascrisse sia per voce che per pianoforte.

Struttura delle musiche di scena
1. Alle nozze (preludio all'atto I)
2. Halling
3. Springar
4. Il ratto della sposa: Lamento di Ingrid (preludio all'atto II)
5. Peer Gynt e le villanelle (melologo)
6. Peer Gynt e la donna in verde
7. (melologo)
8. Nell'antro del re della montagna (coro e melologo)
9. Danza della figlia del re della montagna
10. Peer Gynt inseguito dai troll (coro e melologo)
11. Peer Gynt e il tortuoso (melologo)
12. La morte di Åse (preludio all'atto III e melologo)
13. Il mattino (preludio all'atto IV)
14. Il ladro e il ricettatore (voci soliste)
15. Danza araba (voce solista e coro)
16. Danza di Anitra
17. Serenata di Peer Gynt (voce solista)
18. Peer Gynt e Anitra (melologo)
19. Canzone di Solveig (voce solista)
20. Peer Gynt davanti alla statua di Memnone
21. Il ritorno a casa di Peer Gynt: sera tempestosa sul mare (preludio all'atto V)
22. Naufragio (melologo)
23. Solveig canta nella capanna (ripresa della melodia della canzone)
24. Scena notturna (melologo e coro)
25. Inno di Pentecoste: «Benedetto sia il giorno» (coro)
26. Ninna-Nanna di Solveig (melologo, voce solista e coro)

Struttura delle Suite:
Op. 46
* Il mattino
* La morte di Åse
* La danza di Anitra
* Nell'antro del re della montagna
Op. 55
* Lamento di Ingrid
* Danza araba
* Il ritorno a casa di Peer Gynt
* Canzone di Solveig
 

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